organizzato dal Comune di Milano, Assessorato alle Politiche Sociali
Due incontri dedicati ai ragazzi della Scuola Secondaria
Venerdì 13 aprile dalle 9.30 @ Coop. Sociale Zero5 – Via Momigliano 5
Gioacchino Criaco
parla di mafia partendo dalle pagine di L’agenda ritrovata (Feltrinelli)
Venerdì 13 aprile dalle 10.00 @ Consorzio Sis – Via Curtatone 12
Lorenzo Marone
parla di camorra partendo dalle pagine di Un ragazzo normale (Feltrinelli)
Per info e prenotazioni: info@primaeffe.it
Che cos’è un bene confiscato? Come si identifica?
Chi lo confisca e come? E con quali criteri viene riassegnato?
In preparazione all’incontro, l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano concorderà con il docente di riferimento, un incontro a scuola per raccontare ai ragazzi la storia del bene confiscato in cui si recheranno per l’incontro con l’autore.
Il Festival dei Beni Confiscati alle Mafie è nato con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sulla presenza delle mafie a Milano e in Lombardia, attraverso i patrimoni immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Solo a Milano ce ne sono quasi 200, molti di questi messi a bando dal Comune e dati in gestione ad associazioni che operano prevalentemente nel sociale.
Nelle giornate di festival, questi beni diventano luoghi che ospitano cultura, con libri, incontri, spettacoli, musica, proiezioni, attività per bambini. Nei 6 anni di festival hanno dato il loro contributo scrittori, attori, magistrati, politici attivi nella lotta contro la mafia e molti artisti.
Sette autori, ciascuno con la propria storia, la propria sensibilità e la propria voce, riattualizzano con altrettanti racconti inediti, scritti appositamente per L’agenda ritrovata, il nucleo dell’impegno di Paolo Borsellino e gli interrogativi ancora aperti a venticinque anni dalla strage di via D’Amelio – la verità negata, il bisogno di giustizia, la sottrazione indebita, il mancato ritrovamento, la resistenza della politica… Un filo resistente lega gli uni agli altri i racconti di questa antologia: un’agenda rossa. Si affaccia dalla pagina declinata in diversi modi, una volta ha i fogli strappati, un’altra è gonfia di biglietti di teatro, ma sempre intende ricordare quella appartenuta a Paolo Borsellino – che conteneva appunti, nomi e forse rivelazioni sulla strage di Capaci, scomparsa immediatamente dopo l’attentato mafioso del 19 luglio 1992 e mai più riapparsa.
“Un passaggio di testimone”, scrive Gianni Biondillo, uno dei curatori, “per raccontare non tanto dov’eravamo alla morte dei due magistrati, ma dove forse siamo stati in questi anni, tutti noi: chi silente, chi indifferente, chi deluso, chi vigliacco, chi sempre e comunque, ostinatamente contrario, in prima fila”.
Gioacchino Criaco è nato ad Africo. Ha esordito nel 2008 con il romanzo Anime nere, da cui è stato tratto il film omonimo diretto da Francesco Munzi, vincitore di nove David di Donatello e di tre Nastri d’argento. Ha in seguito pubblicato i romanzi Zefira e American Taste. Con Feltrinelli ha pubblicato Il saltozoppo (2015) e La maligredi (2018).
A dodici anni sono diventato amico di un supereroe. Aveva venticinque anni, abitava nel mio condominio a Napoli, che per certi versi è anche più pericolosa di Gotham City, si chiamava Giancarlo e, nonostante le mie insistenze, diceva di non essere per niente un supereroe. E forse, con il senno di poi, aveva ragione lui, perché i veri supereroi non muoiono mai, nemmeno se crivellati di colpi. O forse no, si sbagliava e avevo ragione io, perché i supereroi alla fine rinascono sempre, in ogni nuova storia.
Mimì, dodici anni e la fissa per i fumetti, abita in uno stabile del Vomero dove suo padre lavora come portinaio. Nel 1985 si sta esercitando nella trasmissione del pensiero e cerca il modo di attaccare bottone con Viola. Quell’anno conosce anche Giancarlo, il suo supereroe, che non vola né sposta le montagne, ma scrive. E che come armi ha un’agenda e una biro con cui si batte per sconfiggere il male. Giancarlo è Giancarlo Siani, il giornalista de “Il Mattino” che cadrà vittima della camorra proprio quell’anno e davanti a quel palazzo.
Lorenzo Marone (Napoli, 1974), laureato in Giurisprudenza, ha esercitato per quasi dieci anni la professione di avvocato. Autore di successo, ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi, 2016), Magari domani resto (Feltrinelli, 2017;) e Un ragazzo normale (Feltrinelli, 2018). Collabora con “La Repubblica di Napoli” con una rubrica fissa dal titolo “Granelli”. Vive a Napoli con la moglie, il figlio e la bassotta Greta.