ALMARINA
Può un carcere rendere libero chi vi entra? Esiste un’isola del Mediterraneo da cui non si scende mai a mare? Succede a Nisida, appena oltre il promontorio di Posillipo. Ormeggiata come un vascello, Nisida è un isolotto acciambellato tra Capri e Bagnoli, ed è lì che Elisabetta Maiorano tenta di fare i conti alla lavagna con un gruppo sparso di ragazzi prigionieri. Ha cinquant’anni, vive sola, e ogni mattina attraversa la città con le sue contraddizioni. Ma in classe un giorno arriva Almarina. Allora le prospettive cambiano, la terra si fa mare e il suo contrario, e quelle scale sempre in discesa: della burocrazia sfibrante, dei lutti inaspettati, delle notti insonni, rivelano l’altra loro possibilità: provare a salire. Con una scrittura asciutta e calda, intima e politica, Valeria Parrella tocca il punto esatto dell’emozione, dando voce a due solitudini la cui forza ci commuove. «Vederli andare via è la cosa più difficile, perché: dove andranno. Sono ancora così piccoli, e torneranno da dove sono venuti, e dove sono venuti è il motivo per cui stanno qui».