Prima Effe

Bullismo

Cadere nella rete, storie diverse, conseguenze comuni - Parte prima

Vi racconterò la storia di due ragazze di poco meno di 18 anni, vittime di due differenti e pericolose situazioni di cyberbullismo.

Elena e Stefania sono due ragazze, frequentano entrambe il liceo, sono vestite alla moda e ben volute da tutti. Una ha 1000 followers su Instagram l’altra 4.000 ed entrambe nella loro città utilizzano, per diverse ore, il loro cellulare e spendono molto tempo nell’attento lavoro di gestione delle loro pagine e delle loro vita sociale online.

Le nostre protagoniste hanno storie di vita diverse e storie diverse come vittime di violenza online. Per quanto molti dei nostri ragazzi si percepiscano come competenti e scafati nell’utilizzo del mondo dei social media per i loro comportamenti Elena e Stefania finiranno in guai seri fino a fare intervenire la polizia e i Tribunali.

Elena e Stefania forse conoscevano cosa si intende per cyberbullismo ne avevano sicuramente sentito parlare almeno a scuola, forse però non sono riuscite a riconoscerlo quando è toccato a loro o forse hanno pensato di essere più forti o più esperte “figurati se può capitare a me?”, o ancora di essere capaci e in grado di fermarsi in tempo se avessero avuto anche solo il sospetto che qualcuno prima o poi le avrebbe potute fregare o le avrebbe addirittura messe in pericolo da punto di vista fisico e mentale. Ma purtroppo non è andata così.

Entrambe hanno preso cattive decisioni e si sono sentite in grado di gestire la situazione da sole, senza chiedere aiuto o informarsi sul come potessero proteggersi.

Elena e Stefania si sono trovate purtroppo in balia di emozioni che non hanno saputo gestire, erano entrambe molto spaventate e cariche di vergogna ed è stato impossibile per loro poter gridare aiuto e fare sapere ai genitori cosa in realtà i ragazzi fanno su internet; cosa sono davvero i loro figli: quante foto e video violenti, quanta pornografia, challenge e tanto altro.

Chiaramente, ho dovuto cambiare i loro nomi, e parti della storia originale, per proteggere la loro privacy, ma quello che è importante non è certo il racconto della vita reale di queste due ragazze, quanto la testimonianza di casi veri dove le violazioni online e i reati come l’adescamento da parte di predatori sessuali o il Revenge Porn (cioè ricatto tramite materiale foto/video di natura intima) sia qualcosa che riguarda tutti molto da vicino ed sia ad oggi un fenomeno trasversale e allarmante.

La storia di ELENA

Elena aveva avuto dei ragazzi con cui era stata bene, prima che accadessero i fatti che vi sto per raccontare, e in queste storie affettive più o meno importanti aveva spesso deciso che le piaceva farsi delle foto nuda o semi nuda, quando era da sola, per poi inviarle al suo ragazzo quando facevano sexting[1] finite queste relazioni Elena per molto tempo non aveva più pensato a queste foto.

Un giorno però nella sua Direct di Instagram appare un invito di amicizia da un nome che non aveva mai sentito “Crypto92”, Elena e lo sconosciuto chattano per tutta la giornata. è simpatico inizialmente e addirittura seduttivo in modo carino, ma poi la conversazione tra i mille messaggi si scalda. Crypto92 comincia chiedere a Elena di mandargli delle foto di lei prima semi nuda o in posizioni osé e poi nuda e le sue richieste nella giornata aumentano sempre di più, sia in termini di quantità sia in audacia.

Elena all’inizio non si spaventa e cerca di stare al gioco, risponde a tono e si mantiene (lei pensa) ad una giusta “distanza di sicurezza” cercando di non rispondere ad ogni messaggio e cercando di non adempiere alle spaventose richieste, non invia nulla in quella chat ma, rimane agganciata, anche nelle ore scolastiche, ad un gioco molto pericoloso e che sta diventando troppo grande per lei.

Il giorno dopo infatti Crypto92 alza di colpo la posta in gioco e minaccia in modo molto diretto Elena dicendole che se non le invierà al più presto un video di lei che si masturba, lui metterà nelle pagine che frequenta e invierà ai suoi contatti, foto di lei nuda di cui dice di essere in possesso.

Elena si spaventa veramente e non sa cosa fare: prima si arrovella senza fine per capire come Crypto92 fosse riuscito ad impossessarsi di alcune sue foto intime  e si chiede: “Le avrà davvero?”Come avrà fatto?”.

Elena non può e non vuole dirlo ai suoi genitori perché si arrabbierebbero, le toglierebbero il telefono e chissà cos’altro senza togliere il rischio di esporsi davanti a tutta la famiglia “cosa penseranno tutti di me?”.

A questo punto il giorno dopo, a scuola, chiede consiglio ad un amico più grande e racconta tutta la storia di Crypto92, delle foto e del video. L’amico le consiglia subito di denunciare, di avvisare i suoi genitori, ma Elena non gli dà ascolto.

Quando torna a casa apre Istagram: ci sono 50 nuovi messaggi scritti con toni sempre più violenti e minacciosi, sempre dallo stesso profilo. Quella sera dopo una cena silenziosa passata con i suoi genitori, Elena spinta dalla paura delle minacce ricevute e dal pensiero dell’entità del danno che subirebbe, si arrende e cede al ricatto. P

Perché sì, lei ci ha pensato ed è vero che ci sono delle sue foto nuda in giro ce ne sono eccome e non importa davvero se Marco e Andrea hanno giurato di non averle girate a nessuno, non importa più, in questo momento oramai la paura e il panico hanno preso il sopravvento.

Elena quella notte si riprende con il suo amato/odiato cellulare nel buio della sua stanza e invia il video a Crypto92 ed a questo punto è fatta, il dado è tratto, il dolore diventa insopportabile la vergogna, la paura, la voglia di sparire.

Dopo una notte in bianco, il suo migliore amico è l’unico che riesce ancora a guardare negli occhi e così viene fuori tutto. Elena si confida con lui che quella sera l’aiuta a dirlo ai suoi genitori i quali chiamano subito la polizia.

A questo punto la polizia sequestra il telefono di Elena, stila un verbale e apre le indagini.

Non importa alla fine se Crypto92 avesse o meno le foto di Elena quello che conta è l’importanza di fare massima attenzione quando inviamo nostri dati o immagini personali e intime anche a persone di cui ci fidiamo. Il web non conosce oblio né confini.

Il fatto che ci siano tante foto in giro di tutti noi è oramai un dato storico e questo ci rende vulnerabili, esposti a minacce e ricatti, soprattutto quando ci sentiamo soli e fragili o quando pensiamo di avere tutto sotto controllo e di essere in grado di cavarcela da soli, dobbiamo informarci su come i nostri dati vengono trattati e quali tipi di reati vengono compiuti con essi.

Questa è la storia di Elena e racconta, inoltre. come gli adolescenti vivano emozioni profonde e complesse nel loro mondo interno e nelle relazioni interpersonali mediate oggi dalla tecnologia. Alcuni ragazzi e ragazze hanno migliaia di followers ma vivono spesso una solitudine profonda che li porta a cadere in temporanee trappole affettive, compensatorie rispetto al forte isolamento che provano lasciandosi avvicinare da persone che non sono chi dicono di essere.

Fine prima parte

Irene Simi de Burgis
Psicologa

[1] https://www.farewebnews.it/infografiche/582-gli-adolescenti-e-il-sesso-nell-era-del-sexting