Di che cosa è fatto il mondo?
L’ultima fatica di Edoardo Boncinelli, fisico, neurobiologo ed efficace divulgatore, ci narra di una metamorfosi, dalla crisalide della filosofia alla farfalla della scienza sperimentale. (…) Boncinelli ci parla di come è nata e si è sviluppata la filosofia, ponendosi la domanda centrale: “Di cosa è fatto il mondo?”. L’osservazione che molti dei primi filosofi fossero anche scienziati dimostra che i legami tra scienza e filosofia sono molto antichi, con entrambe le discipline tese a spiegare i misteri del mondo. Anzi, è convinzione dell’autore che l’approccio filosofico ai problemi del mondo sia apparso assieme all’attitudine “tecnico-scientifica” ai tempi della brillante filosofia greca. (…)
Scomporre la realtà
Per le scienze della vita, Boncinelli delinea una serie di binomi fondanti, provenienti dalla filosofia, quali materia e forma, potenza-atto, causa-effetto, motore-mosso. Tra i binomi fondanti della scienza, il rapporto causa-effetto è uno dei più importanti. Nella scienza moderna il rapporto causale è un legame concreto che permette di identificare senza ambiguità due fenomeni che dipendono l’uno dall’altro, ma che non devono avere necessariamente un fine. La scienza non si deve limitare a descrivere la realtà, ma deve “crackarla, scomporla, spogliarla e smembrarla per poterci guardare meglio dentro” (…).
Domande non ovvie
Con Giordano Bruno, Galileo Galilei e René Descartes inizia poi una visione razionalista del mondo che scardina la visione della religione medioevale e fa nascere, dalla crisalide della filosofia occidentale, la farfalla della scienza sperimentale. Una nascita che si fa risalire a un periodo che va dal 1572 (osservazione di una nuova stella di Tycho Brahe) e il 1704 (quando Isaac Newton pubblica il suo trattato sull’ottica) e che trova i suoi fondamenti nell’individuazione di parametri significativi e misurabili, nel progresso della tecnologia, nel porsi delle domande non ovvie e nel non limitarsi alla pura osservazione. (…)
Il compito della scienza
La scienza sperimentale ha il compito di cercare un senso nelle cose e di fare avanzare la nostra conoscenza attraverso l’esplorazione e l’espansione della nostra percezione. Quando poi le scoperte hanno un respiro universale, la scienza è in grado di produrre emozioni e generare bellezza, così come avviene con l’arte. La scienza sperimentale è in continua evoluzione. Una delle trasformazioni più radicali dei concetti fondanti di causa-effetto è avvenuta a opera della fisica del Novecento, con i concetti di relatività, indeterminazione quantistica e probabilità. Concepita in questo modo, l’osservazione sperimentale non è più neutrale nei confronti degli eventi studiati ma può essa stessa alterare i fenomeni e anche casualità e determinismo, pilastri della scienza sperimentale classica, vengono messi in dubbio e sostituiti dalle leggi della probabilità (…).
Fabio Benfenati