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Una voce del teatro tedesco

Sebbene ancora pressoché sconosciuto al grande pubblico italiano, Roland Schimmelpfennig (nato nel 1967) è una delle voci più significative del teatro tedesco e internazionale contemporaneo; le sue pièce, fra le più rappresentate in Germania dall’inizio del secolo, si reggono su un sottile equilibrio fra tradizione e innovazione, fra il recupero di strutture drammatiche classiche e un gusto tutto postmoderno per la decostruzione dell’azione e del dialogo, fra echi del passato e riflessioni sul presente. Elementi questi, che sono alla base anche della Trilogia degli Animali (Trilogie der Tiere), trittico di opere drammatiche che si configura non solo come apice della produzione di Schimmelpfennig, ma anche come chiave di lettura della sua poetica. Il regno degli animali costituisce la seconda parte della trilogia (il primo dramma, Visita al padre, è uscito presso Cue Press nel 2014 ).

Il giardino delle cose

Protagonisti della pièce (…) sono un gruppo di attrici e attori da anni impegnati a recitare ogni sera in uno spettacolo, che non a caso si intitola Il regno degli animali, nel quale impersonano differenti bestie. Ormai assuefatti alla routine di quella che non è più un’arte, ma un lavoro alienante, essi vengono improvvisamente obbligati, pena il licenziamento, a interpretare oggetti inanimati e pronti al consumo, quali una bottiglia di ketchup e un uovo al tegamino, in un assurdo atto unico dal titolo Il Giardino delle cose.

Colazione da fast food

Attraverso un’azione solo apparentemente semplice Schimmelpfennig disegna una parabola che mostra la disintegrazione dell’individuo nella società attuale: sin dall’inizio avulsi dalla realtà e ridotti a una dimensione meramente animale, dominata da istinti di violenza e prevaricazione, i protagonisti sono infine sopraffatti da un incontrastabile processo di reificazione. Il finale straniante, che ricorre ancora all’espediente del “teatro nel teatro”, porta in scena una sorta di danza macabra che sfocia in una sfiancante quanto insensata lotta letale fra i vari personaggi, divenuti ormai meri prodotti, ingredienti di una colazione da tipico fast food americano che non segna però l’inizio di un nuovo giorno, bensì tratteggia allegoricamente la rimozione coatta di ogni residuo di umanità in un mondo dominato in tutti i suoi ambiti da logiche consumistiche e capitalistiche.

Alessandra Goggio

Le recensioni sono a cura di