Partiamo dal sottotitolo. Radiografia di una professione evoca un’indagine medica su un corpo che soffre di alcuni disturbi, forse di una malattia, la cui causa non è stata ancora accertata e che quindi richiede un’esplorazione non superficiale ma attenta e profonda per avviare, se si può, una terapia. È ciò che si propone di fare con questo saggio l’autrice, docente di sociologia dell’educazione e partecipe a diversi progetti su processi migratori, sistemi scolastici e formazione degli insegnanti.
Nelle prime due parti del volume l’autrice fornisce con chiarezza e precisione dati sulla composizione e le caratteristiche socio-professionali della categoria degli insegnanti.
La terza parte, dedicata alla “parabola del prestigio dell’insegnante” è centrale per comprendere uno dei principali motivi del disorientamento vissuto dagli insegnanti: “i docenti sentono avanzare una domanda di cura educativa da parte della società, che sovrasta la domanda di competenze specialistiche a cui potrebbero fare fronte in quanto professionisti”.
Se la scuola è vista dall’opinione pubblica più come agenzia sostitutiva di altre agenzie formative, in primis la famiglia, e non come struttura pubblica finalizzata alla formazione civile e professionale, inevitabilmente si va incontro a una duplice delusione: da parte degli insegnanti, cui viene socialmente imposto un compito che non è (solo) il loro e da parte dell’utenza, che nel complesso trova gli insegnanti poco preparati a svolgere un compito di supplenza che loro non spetterebbe.
“Un costante calo del prestigio del docente, reale e percepito”. L’analisi di questa situazione è precisa e ben articolata e anche, pregio non secondario, di gradevole lettura, soprattutto nel capitolo che tratta le ricadute del malessere professionale degli insegnanti sul lavoro didattico quotidiano e che introduce alla quarta parte, dedicata ai “dilemmi e gli attrezzi della professione”, ove si coglie un coinvolgimento solidale dell’autrice, una sua partecipazione alle difficoltà che gli insegnanti vivono di fronte ai dilemmi che devono affrontare senza avere precisi quadri di riferimento. Per affrontare i molti dilemmi e sviluppare “una capacità di discernimento tra l’utile e il futile” l’autrice appronta per i suoi lettori una “cassetta degli attrezzi”, contenente essenzialmente una buona preparazione, una capacità di trasmetterla e l’autorevolezza per confrontarsi liberamente con la classe. Il non facile rapporto tra alunni/adolescenti e adulti/insegnanti occupa le pagine finali del saggio.
Vincenzo Viola