I siti del vicino oriente
Paolo Matthiae è un archeologo del Vicino Oriente, noto per aver riportato alla luce l’antica città di Ebla, in Siria. L’autore prende in considerazione l’intera area vicino orientale, Anatolia, Siria, Mesopotamia e Levante, e anche l’Egitto, dedicando ogni capitolo a un sito chiave tra i luoghi che sono stati al centro di grandi scoperte archeologiche. Ogni capitolo si apre con un’introduzione relativa alla storia degli studi e prende in esame sia quanto le fonti antiche tramandano, sia il dibattito scientifico e, nel caso di scavi ottocenteschi, anche il diverso approccio metodologico rispetto a quanto si fa oggi nel lavoro di scavo e nello studio di strutture e reperti.
Egitto sacro e visionario
Il volume si apre con un saggio su Abido, sito che permette a Matthiae di introdurre il tema della formazione del regno egiziano e della regalità faraonica che è stata il basamento su cui l’intero territorio egiziano è stato unificato, pur mantenendo specificità culturali e religiose locali. Avaris, la capitale degli Hyksos e poi residenza regia dei primi sovrani della XVIII dinastia induce l’autore a occuparsi dell’origine e del legame con il modo asiatico dei sovrani Hyksos e della sensazionale scoperta delle magnifiche pitture murali in alcuni ambienti degli edifici residenziali. Sempre in Egitto è Amarna, dove si trova la città di Akhetaten, fondata da Amenhotep IV, il “visionario e rivoluzionario” faraone della XVIII dinastia. Matthiae delinea un quadro chiaro e completo dei mutamenti da lui operati non solo in campo religioso e osserva che persino la lingua neoegiziana si è formata in questo periodo.
Aleppo e il dio della tempesta
Per la Siria l’amata città di Ebla, con un saggio che ne illustra la rilevanza nella storia del vicino Oriente nel terzo e secondo millennio a.C. e un’approfondita analisi delle varie ipotesi avanzate dagli studiosi sulla sua distruzione al tempo del re Sargon di Akkad. Di Qatna, secondo sito siriano, si prendono in esame gli scavi più recenti che hanno riportato alla luce non solo le rovine degli edifici monumentali, ma anche una grande e inviolata tomba reale con ricchissimi corredi. Di Aleppo, il cui ricchissimo patrimonio culturale ha subito recentemente pesantissimi danni, vengono descritti i cicli decorativi che decoravano i santuari del dio della tempesta, uno sovrapposto all’alto nel corso dei secoli, straordinaria testimonianza artistica tra secondo e primo millennio a.C.
Il tesoro di priamo e la torre di Babele
La mitica città di Troia è l’altro centro anatolico preso in esame; come ormai è noto, il ricco tesoro che Schliemann attribuiva alla Troia omerica di Priamo, oggi è datato alla seconda metà del secondo millennio a.C., nell’età della cosiddetta “cultura marittima”. Babilonia, centro del mondo nelle ricostruzione geografiche antiche, è rimasta nell’immaginario collettivo come il luogo simbolo della Mesopotamia. La ziqquarat, opera di Nabucodonosor II, nota in occidente grazie alle molte e spesso fantasiose raffigurazione pittoriche dal medioevo in poi, viene presentata nel suo possibile aspetto originario. Infine Nimrud, una delle capitali dell’impero neo-assiro, ha restituito una delle più sensazionali scoperte archeologiche degli ultimi decenni: gli archeologi iracheni hanno riportato alla luce le tombe di regine neo-assire con ricchissimi corredi. (…).
Stefano Demartino