NEL CUORE DELL’INFERNO
Stefano Manferlotti ci porta nel cuore stesso dell’inferno shakesperiano: il luogo proprio dell’uomo, delle sue passioni, dei suoi desideri brutali, delle sue perversioni, della sua tenerezza tradita. Nove capitoli che sono nove affondi in mondi opachi ed oppressivi: dall’universo del potere, e delle lacrime e del sangue di cui gronda, al cosmo dei Sonnets, dove la dualità erotica tradizionale è superata in uno straziante “triangolo formato da individualità nevrotiche, ingenerose, inclini all’eccesso agitate da una sensualità intossicata, fra loro conniventi nell’esercizio di un male che appare ed è ineludibile”.
IL PALCOSCENICO E LE RISCRITTURE
Ma accanto alle vicende private dei sonetti esistono le grandi questioni pubbliche del palcoscenico che, ricorda Manferlotti, è spazio politico per eccellenza. E così ecco le trame e le macchinazioni per il dominio degli uomini. Vediamo il corpo di Cesare devastato dai colpi dei congiurati (…). Sangue diverso da quello degli uomini comuni è il sangue regale che colora di rosso le scene del Re Giovanni, del Riccardo II, dell’Enrico VI e ovviamente del Riccardo III. Sangue paradossale e mercantile è quello che l’usuraio, l’ebreo Shylock deve stare attento a non cavare al veneziano Antonio che a sua volta deve sì dargli una libbra della sua carne, ma solo quella: la loro diabolica scommessa non prevede liquidi, solo le parti solide erano in gioco. Ma è il sangue che sporca le mani di Macbeth quello a cui più si dedica spazio in questo volume. Il rizoma Macbeth torna più volte in questo volume, nelle riscritture di Ionesco e Testori nel pieno del laboratorio degli anni settanta del secolo XX(…).
IL CONTINENTE SHAKESPEARE
Inutile fare una sintesi di tutti i capitoli del libro (…), ma bisogna sottolineare come Manferlotti indaghi la presenza del suo autore nelle pagine di Joyce e di Virginia Woolf, nei versi di Eliot e nella drammaturgia geniale di Stoppard (…). Stefano Manferlotti, dopo la monografia dedicata al drammaturgo (Shakespeare, Salerno 2010) continua ad aiutarci a capire meglio il continente Shakespeare, a fare un po’ di luce in quella affascinante e interminabile oscurità.