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PERCHÉ TANTI STUDI SUI NEANDERTAL?
Nel lontano agosto del 1856, nella valle renana di Neander a pochi chilometri da Düsseldorf, furono rinvenuti i resti di un antico ominide, simile ma diverso dall’uomo moderno. Era iniziata la vicenda dell’uomo di Neanderthal. Da allora moltissimo si è scritto e dibattuto su Homo Neanderthalensis, che ha abitato Europa e vicino Oriente per circa mezzo milione di anni attraversando diverse glaciazioni, fino alla rapida e misteriosa scomparsa intorno a 35.000 anni fa, quando si imbatte in Homo sapiens. Oggi resta solo quest’ultimo, unico erede del lignaggio di una gran varietà di ominidi che hanno dato origine a ondate migratorie in epoche diverse, si sono distribuiti nei continenti e adattati a varie condizioni ambientali, talvolta convivendo. Dalla comune origine africana, la grande famiglia umana intraprese più volte lunghi viaggi e si differenziò. In fondo, Neandertal è solo uno dei tanti, eppure è il protagonista di decine di articoli pubblicati sulle riviste scientifiche. Perché dunque un tale coinvolgimento degli addetti ai lavori?

ERANO INFERIORI AI SAPIENS?
I nostri progenitori sapiens hanno semplicemente invaso il vecchio continente provocando la rapida estinzione degli ominidi del freddo e della loro cultura primitiva e inferiore? Gli autori di questo libro perseguono un fine ambizioso: fare i conti con la complessità e la multifattorialità degli eventi storici e della vita. Una crescente quantità di evidenze sperimentali confuta infatti la presunta semplicità e arretratezza culturale degli antropofagi, carnivori ed atletici Neandertal. Essi produssero arte e costruirono manufatti di nessuna utilità, la cui futilità è sintomo di pensiero astratto. Seppellivano i propri morti e forse avevano sviluppato un linguaggio verbale complesso.

DECODIFICATO IL GENOMA DEI NEANDERTAL
Ma una parte consistente del saggio è dedicata a un altro aspetto, ancora più dirompente per la sua valenza generale. Per mezzo di raffinate tecniche di estrazione del DNA dai resti fossili, è stato recentemente possibile decodificare il genoma nucleare e mitocondriale dei Neandertal. Così oggi sappiamo di essere specie sorelle, che cioè condividono una linea genealogica comune relativamente recente. Tecnicamente il Neandertal non si sarebbe così estinto del tutto, ma avrebbe lasciato una piccola ma significativa traccia nei sapiens non africani.

IL MISTERO DELLA RAPIDA SCOMPARSA
Resta tuttavia il grande mistero della sua rapidissima scomparsa che coincise con l’occupazione europea dei sapiens. Le possibilità sono molteplici e vari i fattori che hanno promosso l’esito finale: la trasmissione di malattie infettive, l’impressionante espansione demografica del sapiens contro la scarsa numerosità e dispersione geografica dei Neandertal; ma potrebbero anche avere giocato un ruolo chiave la flessibilità culturale dei primi contro l’atteggiamento più conservatore dei secondi. Infine Homo sapiens potrebbe aver goduto della domesticazione del lupo, prezioso partner per la caccia. Tante questioni restano irrisolte e gli autori espongono indizi, suggerimenti e sospetti secondo il registro narrativo del giallo poliziesco, con i ricercatori nei panni di investigatori forse smarriti e disorientati, ma anche capaci di connessioni rivelatrici e straordinarie.

Luca Munaron

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